
Progetto motoria con gli ospiti del Centro diurno NOUS, gestito dalla cooperativa “Millepiedi”
Ogni volta che mi viene proposto un nuovo progetto, l’entusiasmo prende il sopravvento.
Mettere in pratica ciò che per anni è stato solo teoria, trasformarlo in esperienze vere, mi da
sempre carica, energia e molte aspettative.
Così, verso la fine di un’estate intensa e travolgente, è arrivata una nuova proposta:
“Cla, te la sentiresti di iniziare un percorso un’attività motoria con i ragazzi di Casa Macanno?”
Non ci ho pensato due volte. Ho rispolverato vecchi appunti, sfogliato qualche testo e mi sono
immersa nel lavoro.
Non sapevo bene cosa aspettarmi. Non sapevo nemmeno cosa sarei riuscita a fare e
soprattutto, a trasmettere.
“Ce la faranno? Sarà troppo? Troppo poco? Mi seguiranno? Si divertiranno?”
Piena di domande e con un po’ di incertezza, ho buttato giù una bozza di esercizi e ho deciso
di lasciarmi guidare dall’incontro, più che dal programma.


E poi… siamo arrivati in palestra.
In quel momento ho capito subito che ciò che avevo preparato non era abbastanza o meglio
era solo l’inizio.
Perché non erano lì solo per imparare a fare uno squat o un qualsiasi altro esercizio..
Erano lì per vivere qualcosa. Per scoprire. Per esplorare.
Allenamento dopo allenamento, ho cercato un equilibrio tra continuità e novità. Qualcuno si
accendeva con la musica, qualcun altro trovava il suo spazio nel silenzio. C’è chi si lasciava
trascinare dal ritmo del gruppo, e chi si esprimeva meglio in piccoli gesti, quasi impercettibili
ma carichi di significato.
All’inizio timidi, un po’ guardinghi, mi hanno osservata. Poi piano piano mi hanno dato spazio
e fiducia, mi hanno accolto nella loro quotidianità.
“Oggi è lunedì: andiamo in palestra da Claudia.”
Questa frase, semplice solo all’apparenza, è stata uno dei doni più belli.
Vederli cambiare, allenamento dopo allenamento. Osservare piccoli miglioramenti,
conquiste inaspettate, nuove consapevolezze nei movimenti e negli sguardi. Sentire crescere
la voglia di esserci, di provare, di sorridere. Tutto questo ha avuto un impatto positivo che non
immaginavo, su di loro – ma anche, profondamente, su di me.

Questo progetto è stato un viaggio. Un arricchimento autentico, prima di tutto umano.
Mi hanno insegnato tanto, senza volerlo. Mi hanno regalato fiducia, affetto, rispetto.
Mi hanno ricordato che non sempre si tratta di “insegnare” qualcosa, ma più spesso di creare
uno spazio dove le persone possano sentirsi libere di essere.
A loro devo un grazie sincero. Per avermi fatto entrare, un passo alla volta, nel loro mondo.
E per aver reso questo percorso qualcosa che porterò con me, a lungo.
Vostra Claudia 💙
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